Sciopero 11 maggio: cittadini costretti ad aspettare in fila i taxi

Lo sciopero è sacro, questo è innegabile. I diritti dei lavoratori sono una parte fondamentale della società europea, soprattutto in Italia, nella quale è vissuto il movimento sindacale forse più forte e iconico di tutto il mondo dopo quello inglese ottocentesco, grazie anche alla presenza capillare del Partito Comunista, il più importante d’Europa, e di quello Socialista. Tuttavia, quello che è successo a Roma giovedì 11 maggio ha dell’incredibile: la città si è trovata praticamente paralizzata, senza autobus, treni e metro, con i cittadini e i turisti esasperati. Sono tuonate parole di protesta e anatemi verso l’azienda del trasporto pubblico, e c’è chi su Twitter si è lamentato di non essere potuto andare ad appuntamenti molto importanti, come la partecipazione a un concorso.
Ma per quali motivi c’è stato questo sciopero di massa? Essi sono numerosi, da addurre ai soliti problemi dell’azienda del trasporto pubblico romano: continui guasti e incendi, mancanza di sicurezza durante l’allarme di massima allerta terrorismo e stipendi non pagati ai dipendenti.
Tuttavia, riguardo al fenomeno dei mezzi andati a fuoco Atac ha precisato in un comunicato ufficiale: “A differenza di quanto detto da un sindacato, il numero dei bus incendiati dall’inizio dell’anno non è 18, ma 5. Si tratta pur sempre di una cifra grave, ma non così alta.”.
Numero d’incendi quest’anno che, purtroppo, nel primo pomeriggio di domenica scorsa è salito a sei. Il fatto è avvenuto in via di Grottarossa, all’altezza dell’ospedale Sant’Andrea. L’intervento tempestivo dei vigili del fuoco ha impedito che il tutto si trasformasse in una catastrofe, e non si sono registrati passeggeri feriti o intossicati dal fumo.

Di Simone Pacifici

Simone Pacifici

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