Il Giardino degli Ulivi, perla nascosta dell’Eur
Estate, periodo di bagni al mare e passeggiate all’aria aperta. Magari in luoghi freschi e alberati. Perché non spingersi quindi fino al Parco Centrale del Lago, meglio noto ai Romani come “Laghetto dell’Eur” ¸ dove recentemente è stato riaperto il Parco delle Fontane, rimasto chiuso per più di mezzo secolo? D’altronde si sa, l’Eur è il quartiere verde per eccellenza, dove è possibile passeggiare circondati da pini marittimi e alberi di ciliegio. Quello che però forse sfugge ai più è che nel Pentagono si trova un altro parco chiuso ormai da lungo tempo, progettato dallo stesso architetto che mise a punto il Caffè Palombini, il Giardino delle Fontane e gran parte dell’Eur.
Non molto distante dai marmi che hanno reso famosa questa parte della città, all’ombra della torre piezometrica di zona – “il Fungo” – e a ridosso della Via che doveva collegare Roma e la Terza Roma al mare, l’odierna Cristoforo Colombo, si può infatti trovare un piccolo giardino, detto appunto “degli Ulivi”. Elevato di circa due metri su Viale dell’Umanesimo, questo parco era incluso nel progetto originario dell’Eur; lo stesso luogo era stato scelto infatti per un motivo ben preciso: al vertice di una spoglia collina dell’Agro Romano, avrebbe permesso una visuale completa a 360 gradi.
Ma come per molte costruzioni e infrastrutture progettate per l’Esposizione che non fu mai, il Giardino fu abbandonato e ripreso nel dopoguerra, quando a completarlo fu chiamato il suo iniziale progettista, Raffaele De Vico. La lottizzazione e la costruzione delle ville limitrofe aveva tolto l’ampia visuale all’area verde, che però non perse i suoi attributi iniziali. Il progetto esprimeva infatti la volontà di donare al giardino un aspetto di “classicità rustica”, grazie ai blocchi grezzi di travertino che vanno a circondare un’area semicircolare più bassa, creando un anfiteatro naturale. A ciò si aggiungano gli ulivi che circondano il tutto, che formano quindi una composizione figlia della predilezione per le rovine dell’immaginario romantico ottocentesco. In aggiunta, il progetto originario prevedeva un ruscello che sarebbe scivolato sui blocchi di pietra.
Ad oggi il giardino risulta chiuso, anche se dopo la riapertura del Giardino delle Cascate possiamo ben sperare che anche il Giardino degli Ulivi possa essere ammirato di nuovo dal pubblico. Dopo il Giardino degli Aranci, la Capitale potrebbe quindi avere un altro Giardino “a tema”.
Di Gabriele Rizzi