Emergenza siccità: a rischio dieci Regioni, scorte d’acqua razionate a Roma

Il calo del livello delle acque del lago di Bracciano ha imposto una decisione drastica da parte di Acea: dal 28 luglio fino al 31 dicembre 2017, per far fronte al prosciugamento del bacino idrico, potrebbero essere razionate le scorte d’acqua di Roma, a meno che la Regione non presenti un piano alternativo per quest’emergenza. L’annuncio del Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti dello stato precario del lago, la cui decrescita di livello sta raggiungendo il punto critico, ha subito allarmato i romani e Acea, la quale teme gravissime ripercussioni, stimando che circa un milione e mezzo di cittadini potrebbe restare senza il prezioso liquido blu per otto ore al giorno in fasce diurne e notturne, a seconda delle zone della città, in questo suo piano di razionamento. Un provvedimento voluto dall’azienda che si occupa del rifornimento idrico della Capitale, che colpirebbe, oltre ai comuni residenti, anche gli esercizi commerciali e gli ospedali, proprio nel periodo più caldo dell’anno, con un grande afflusso di turisti.
Un allarme che, purtroppo, conferma i timori degli esperti, i quali avevano in precedenza segnalato il ritiro progressivo del lago di Bracciano, allerta diventata ora addirittura di portata nazionale, visto che ben dieci Regioni hanno chiesto l’indizione dello stato di calamità naturale. La Coldiretti ha stimato che i danni all’agricoltura nazionale dovuti a questa penuria d’acqua sarebbero già quantificabili in due miliardi di euro.
In questo momento i cittadini, in particolare quelli di Roma, sono letteralmente nel panico, non sapendo come reagire a questa crisi, che arriva, tra l’altro, nel periodo di maggiore afa dell’intera stagione, dove a soffrirne sono soprattutto anziani e bambini.

Di Simone Pacifici

Simone Pacifici

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