I Bunker della Pontina

“Via Pontina Vecchia/Castel di Decima”: ancora qualche chilometro e vi immetterete sulla Cristoforo Colombo. Avete passato la giornata prendendo il sole sul lungomare laziale e pregustate già un gelato sul Lungotevere. Ma mentre chiedete alla persona alla vostra destra di cambiare stazione radio – quella che stanno passando non è decisamente più la vostra canzone preferita – notate sulla destra qualcosa che cattura la vostra attenzione. Siete fortunati: per sapere di cosa si tratta non vi servirà Yahoo Answers. Quello che avete appena visto è il rudere di uno dei bunker situati nelle vicinanze di Spinaceto/Tor de Cenci. Qui gli appassionati si spingono, incuranti delle difficoltà che si incontrano per visitarli; sebbene sia visibile dalla Pontina Nuova, la fortificazione è in effetti circondata da sterpaglie e non vi sono sentieri per arrivarci. I campi circostanti sono, inoltre, divisi da fossi, in alcuni dei quali scorre dell’acqua, cosa che rende difficile attraversarli – quando non sono coltivati o proprietà privata. Ma se siete curiosi e non temete le quaglie che, alzandosi in volo all’improvviso, vi faranno prendere dei colpi al cuore, allora queste casematte saranno per voi una vera miniera d’oro di informazioni storiche.
Costruite durante la seconda guerra mondiale con lo scopo di difendere una via d’accesso alla Capitale, queste postazioni difensive hanno infatti rivelato diversi oggetti che rappresentano importanti testimonianze, come i bottoni delle divise dell’esercito tedesco e alleato, oltre a bossoli, fibbie e parti di mitragliatrici. I bunker in effetti erano posti lungo una via che fu una dei principali assi di penetrazione verso la Capitale successivamente allo sbarco di Anzio e proprio per questo motivo nell’area si ebbero diversi combattimenti. L’importanza strategica della zona è testimoniata, in effetti, dal fatto che i fortini non erano isolati, ma parte di una rete che vedeva casematte anche presso Monte Migliore, Vitinia, Monte dell’Aro, Castel di Decima, Casale del Risaro, Ponte Galeria e Torrente Arrone.
Ad oggi la costruzione della Pontina Nuova e dei quartiere limitrofi di Spinaceto e Tor de’ Cenci ha modificato la zona, ma con un po’ di immaginazione è ancora possibile intravedere le alture sulle quali erano posizionate le linee difensive; la più alta di tutte, un bunker di tipo “Tobruk” (una camera corazzata sotterranea con un’ampia apertura circolare sul tetto al livello del terreno) si trova in un campo aperto presso via Filippo Clementi e regala una visuale sulla strada regionale dove corrono le macchine di ritorno dal mare. A sinistra lo sguardo spazia fino al Casale della Perna e rivolgendo lo sguardo a sud si può cogliere bene la vallata che doveva essere difesa e che si chiude con un’altura dietro alla quale inizia il parco della Tenuta di Castelporziano.
Siete giunti all’altezza dei due grattacieli dell’Eur e vi dirigete finalmente a casa. Il termometro segna 34 gradi: il gelato serale non ve lo leva nessuno. Dietro a voi la Pontina vedrà ancora automobilisti ritornare alle loro abitazioni per qualche ora. Controllate lo specchietto: nessun carrarmato dietro di voi. Più di settant’anni dopo, l’Europa è finalmente in pace.

Di Gabriele Rizzi

Gabriele Rizzi

Classe 1996, maturità classica, Laureato in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali, giornalista pubblicista. Mi interesso soprattutto di storia antica e recente, con particolare riferimento a quella del quadrante Sud di Roma, spesso ignorato ma ricco di tesori e di storie nascoste.

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