BorGate: il racconto di un viaggio fotografico

Fino al 31 ottobre “La Casa della Storia e della Memoria” ospiterà la mostra fotografica “BorGate” a cura di Daniele Zedda, promossa da Roma Capitale in collaborazione con Zètema Progetto Cultura. In esposizione, gli scatti del fotografo napoletano Pasquale “Pas” Liguori, che all’inaugurazione del 14 settembre scorso ha rivelato l’idea fondante di questo progetto, che vede come protagonisti assoluti 12 quartieri svantaggiati della Capitale: Acilia, Gordiani, Pietralata, Primavalle, Prenestino, Quarticciolo, San Basilio, Tiburtino III, Tor Marancia, Trullo, Tufello e Val Melaina. Edificate in epoca fascista all’insegna dell’emarginazione e dell’isolamento di un’umanità da nascondere alla vista, queste borgate, collocate un tempo in zone periferiche, negli ultimi decenni sono state inglobate da un centro cittadino in continua trasformazione ed espansione e ora fanno parte a tutti gli effetti del tessuto urbano di Roma. La sfida che Pasquale Liguori ha accolto è quella di raccontare, con un attento sguardo al passato di questi luoghi, le problematiche che essi devono affrontare attualmente nella quotidianità in vista di una maggiore integrazione con il centro urbano, senza però indugiare in una sterile e languida denuncia.
Queste zone, infatti, sebbene versino in uno stato di degrado e abbandono, aggravato dalla presenza della criminalità, spesso sorprendono per la loro vivacità culturale e la voglia di riscatto che trapelano anche dai murales, filo conduttore di questo percorso tematico. La street art, infatti, con il suo fascino e con le sue contraddizioni, sarà uno dei temi affrontati nel corso della giornata seminariale del 9 novembre, inserita in un programma ricco di appuntamenti che si concluderà solo il 6 dicembre.
“Ho voluto rendere un tributo alla città in cui vivo” ha spiegato Liguori, motivando la scelta di ritrarre aree cittadine del disagio. “Dopo aver vissuto per qualche anno nella Roma de La Grande Bellezza, ho deciso di raccontare la vita di queste zone, in cui ho riscontrato problematiche simili a quelle di Napoli, la mia città natale”.
Del resto, il fotografo ha già dimostrato il suo interesse per la periferia in alcuni dei suoi lavori precedenti, tra cui quello dedicato al suo viaggio in quella che era Berlino Est. Liguori ha però fatto una scelta importante, che ha dato un taglio unico alle sue opere, ancora più apprezzate se ammirate nel loro complesso.
Egli si è focalizzato, infatti, nell’arco di quattro mesi, prima che fossero percepibili cambiamenti stagionali, esclusivamente su una coordinata temporale, l’alba della domenica mattina, il momento in cui la città, dopo la febbrile attività della settimana appena trascorsa, si concede qualche ora di riposo in più. Questo non solo ha determinato un’omogeneità di cromie che non è passata inosservata all’art director Maurizio Garofalo, ma anche, caratteristica ancora più notevole, la totale assenza di soggetti umani nelle fotografie.
L’artista ha così soddisfatto lo stupore e la curiosità degli appassionati presenti: “Viviamo in un’epoca dell’iperfotografia, che ci propone ossessivamente volti umani, alterando così la percezione dell’arte fotografica. Ritengo che nel contesto silenzioso della domenica mattina, gli edifici ci restituiscano comunque la percezione dell’umanità di cui sono intrisi. L’apparente assenza umana, inoltre, induce l’osservatore alla riflessione.” E così, al centro dell’obiettivo fotografico, Liguori ha posto luoghi di aggregazione, edifici e abitazioni in cui accanto al degrado, alla sporcizia, al vandalismo e a strutture diroccate coesistono orti urbani, parchi giochi, manifestazioni artistiche e altre tracce di un’umanità silenziosa che si risveglia lentamente dal torpore delle prime ore del giorno festivo.
“Le foto di Pas ci fanno (ri)conoscere Roma attraverso una nuova narrazione che ha lo scopo di cambiare immaginari”, commenta Carlo Cellammare, docente di Urbanistica alla Sapienza di Roma, che insieme ad altri ospiti d’eccezione, quali Maurizio Garofalo e il fotoreporter Tano d’Amico, è intervenuto durante l’inaugurazione della mostra, contribuendo a trattare il tema delle borgate sotto diversi punti di vista. Moderatore dell’evento è stato Guglielmo Pepe, giornalista ed ex direttore del National Geographic, che ha salutato con entusiasmo l’iniziativa come mezzo per far conoscere queste zone di Roma ai più giovani che ne ignoravano l’esistenza o a chi le aveva dimenticate con la fotografia, rispetto alla quale egli crede che “non ci sia altra forza narrativa superiore”.
Attualmente è in vendita il libro “BorGate”, nel quale Pasquale Liguori ha raccolto le opere di questa esposizione, ma l’attività del fotografo napoletano non si ferma qui: egli, infatti, ha dichiarato di stare già lavorando al prossimo progetto, che si concentrerà sull’edilizia popolare romana, questa volta degli anni ’70.

Di Camilla Montalto

Redazione

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