Sciopero dei mezzi pubblici del 26 giugno rinviato al 6 luglio: continua il braccio di ferro tra sindacati e Governo

Lunedì 26 giugno era previsto un grande sciopero dei mezzi pubblici, dovuto all’abrogazione del Regio Decreto 148/31, senza il quale, stando a un comunicato dell’Unione Sindacale di Base, si materializzerebbe la minaccia di fusioni, chiusure/liquidazioni e privatizzazioni per tutte le aziende pubbliche che non soddisfano determinati parametri, per esempio una certa soglia di fatturato, o che presentano ripetuti bilanci in rosso. Norme che colpirebbero non solo gli addetti ai trasporti, ma anche coloro che sono impegnati in ambiti come l’istruzione, la ricerca, la sanità e gli enti locali. Tuttavia, il ministro Graziano Delrio ha ordinato il differimento ad altra data dello sciopero. La ragione di questa decisione è riportata in una nota rilasciata dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti: “Il provvedimento si è reso necessario ed urgente allo scopo di evitare un pregiudizio grave ed irreparabile al diritto di libera circolazione costituzionalmente garantito”.
La precettazione non è stata accolta bene dai sindacati, che hanno deciso d’indire un altro sciopero per il 6 luglio, nel quale il TPL si fermerà per 24 ore.
Una vera e propria disgrazia per i cittadini, se si pensa che già venerdì 16 giugno abbiamo assistito a uno stop totale dei mezzi di trasporto che ha letteralmente paralizzato la Capitale. La possibilità che un tale evento possa ripetersi spaventa tutta la popolazione di Roma, soprattutto i pendolari che necessitano di questo servizio.

Simone Pacifici

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