1957-2017: la Roma dei Trattati

Roma al centro del Mondo. O almeno, al centro d’Europa. In questi giorni, telecamere, macchine fotografiche e occhi di milioni di persone sono puntati sulla Capitale d’Italia che ospita i leader europei in occasione del sessantesimo anniversario della firma dei Trattati che istituirono la Comunità Economica Europea. La quale sarebbe poi diventata, con il Trattato di Maastricht, l’odierna Unione Europea. Sabato 25 marzo 2017 il centro di Roma è stato blindato a causa dei molti cortei che sfilano per le vie della città. Differenti opinioni sull’Europa – anche contrastanti tra loro – si confrontano sotto il sole primaverile. Sessant’anni fa, mentre nella Sala degli Orazi e Curiazi i rappresentanti dei Governi di Francia, Germania Ovest, Paesi Bassi, Lussemburgo, Belgio e Italia apponevano le ultime firme allo storico documento, la folla all’esterno aspettava paziente sotto la pioggia. È cambiato molto da quel giorno, non solo il Meteo. Il Trattato ha infatti spianato la strada all’Europa di oggi. L’Unione doganale, una Politica Agricola Comune (PAC), la creazione di un Fondo Sociale Europeo e di una Banca Europea degli Investimenti, insieme ad un neonato Parlamento Europeo, allora Assemblea Parlamentare Europea, furono le novità introdotte dal Trattato. Da allora I sei Paesi hanno visto unirsi a loro altri Stati nei successivi allargamenti, hanno deciso di mettere a punto una Politica Estera e di Sicurezza Comune, hanno visto dissolversi l’URSS e le ex Repubbliche Sovietiche aderire all’Unione. Hanno anche conosciuto delle sconfitte, come la bocciatura della Costituzione Europea firmata nella stessa Sala dove i sei Primi Ministri diedero alla luce la CEE e dove sabato è stata firmata la Dichiarazione di Roma.
Per questi motivi Roma non è solo la Città dove furono firmati i Trattati; la Capitale Italiana può essere il punto di svolta di un’Unione Europea in grado un domani di essere protagonista sulla scena mondiale. La Comunità Europea ha unito un continente che usciva dalla guerra, un’Europa distrutta; ormai però, come ha affermato il Capo dello Stato Mattarella, “fatti gli Europei, è ora necessario fare l’Europa”. Cosicché, davvero, si possa realizzare la previsione di Juncker, per il quale l’Unione arriverà a spegnere le sue – prime – cento candeline.

Di Gabriele Rizzi

Gabriele Rizzi

Classe 1996, maturità classica, Laureato in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali, giornalista pubblicista. Mi interesso soprattutto di storia antica e recente, con particolare riferimento a quella del quadrante Sud di Roma, spesso ignorato ma ricco di tesori e di storie nascoste.

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