Il voto al Municipio 9: diseguaglianze decisive? Spinaceto e Laurentino
Spinaceto, Laurentino: un cocktail di centrosinistra?
Con 2145 e 569 alloggi ATER rispettivamente, ed urbanisticamente divisi dalle aree limitrofe dai maggiori assi viari del Municipio (Laurentina, Pontina e Colombo), Laurentino e Spinaceto mostrano risultati elettorali e indicatori sociali differenti dal resto del Municipio.
Come precedentemente accennato, in queste aree il reddito medio cala di circa 10.000 euro pro capite rispetto ai vicini EUR e Torrino, mentre l’indice di disagio sociale si alza allo 0,1 a Spinaceto e all’1,2 a Laurentino (EUR e Torrino, -4,5 in media), sebbene la percentuale delle famiglie con potenziale disagio economico non sia troppo dissimile dai vicini “bene”. In effetti, nei due quartieri gli asili non mancano (secondo le stime di Mappa Roma ve ne sono di più che al Torrino), mentre il numero di negozi, centri anziani, ospedali o case di cura ed impianti sportivi ogni mille abitanti è sostanzialmente paragonabile a quello delle aree urbane limitrofe. Tuttavia, se teniamo conto degli altri indicatori, vediamo come il tasso di disoccupazione sia elevato (10% in media), così come la percentuale di domande di reddito di cittadinanza, quella di non completamento del ciclo di scuola secondaria di primo grado e quella dei giovani “NEET”, fuori dal mercato del lavoro e dalla formazione.
Fortino a cinque stelle
Alle prime elezioni cui si presentava, (le “politiche” del 2013) il M5S ottenne il 26,6% dei voti a Laurentino e il 30% a Spinaceto, ma non replicò alle elezioni comunali nel 2016, sebbene, al ballottaggio sfiorò il 70% nel primo quartiere lo superò a nel secondo. Due anni più tardi, alle elezioni politiche 2018, il partito pentastellato ritornò ai fasti del 2013 con il 30,3% a Laurentino 38 e al 35,6 a Spinaceto. Tuttavia, già nel 2019, alle Europee, a Laurentino i cinque stelle ottennero poco meno del 18% dalle parti di Via Silone, e poco più del 20% da quelle di Via Caduti per la Resistenza; il risultato è stato migliorato in queste elezioni, nelle quali, rispettivamente, il 19,5% e il 22,5 dei votanti a Laurentino e Spinaceto (confermatasi seconda “roccaforte” pentastellata) ha scelto il M5S.
Roccaforti dei “Mister preferenze”
Se, però, a Laurentino il 29% degli elettori ha votato per Gualtieri e il 28% per Michetti, questa situazione si è ribaltata a Spinaceto, dove il 30% ha scelto Michetti e “solo” il 25% Gualtieri. In effetti, già alle elezioni del 2019, il centrodestra aveva ottenuto più del 38% sia a Spinaceto che a Laurentino, con un’ampia percentuale della Lega (24% e 21%, rispettivamente). I due quartieri sono stati anche due “roccaforti” dei due candidati più votati, Simone Sordini (FdI) – che nella sola sezione 1619 di Laurentino ha ottenuto 108 voti – e Gino Alleori (FdI)– che a Spinaceto ha raccolto quasi un quarto delle sue preferenze. Poco distante, Mezzocammino, è stata anche’essa la roccaforte del capolista della Lega, Cucunato, che ha ottenuto 41 preferenze nella sola sezione di Via Bignotti. Per quanto riguarda il centrosinistra, Spinaceto è stata una delle “piazzeforti” del nuovo partito Demos, che qui ha ottenuto il 20% delle sue preferenze, così come anche Laurentino (15%) (le altre sono state l’Eur, il 15%; il Torrino, 17%, Falcognana, 13%).
In realtà, però, messi di fronte ad una scelta, i due quartieri, nonostante si fossero espressi in larga parte per il centrodestra, hanno poi votato in massa per Gualtieri, addirittura più dell’EUR “pd-calendiano” (63% a Laurentino) o come questo (61% a Spinaceto), sebbene l’astensione sia stata alta (56% a L38, 54% a Spinaceto).
In civitate risposta?
Il dato è particolarmente interessante in quanto, per indicatori sociali, i due quartieri sono più simili ai “feudi” di centrodestra, ovvero i quartieri da Trigoria in giù. A fare la differenza, allora, è forse la vicinanza alla città e a tutto ciò che esso comporta, ovvero più servizi e minore sensazione di abbandono. Quanto questo sia diverso da Via di Trigoria in giù lo vedremo nel prossimo articolo. Per ora, un dato soltanto: se in tutta Roma, al calare della partecipazione al voto è corrisposto un aumento dei voti per Gualtieri, ciò non è stato vero per i quartieri posti a sud del Raccordo del Municipio IX, dove l’astensionismo è stato tra i più alti di Roma, così come la percentuale ottenuta da Michetti.