6 luglio 2017: ritratto di una Roma cubista

“Guernica” è una delle più grandi opere dell’artista Pablo Picasso, dedicata alle vittime del bombardamento aereo dell’omonima città spagnola nel 1937 da parte della legione tedesca Condor. Un dipinto meraviglioso proprio perché caotico, perché riesce a esprimere la carica distruttiva della guerra.
Non che si voglia fare un paragone con una tale sciagura, per carità, ma la natura cubista del lavoro di uno dei più grandi pittori di tutti i tempi esprime la situazione in cui versava Roma questo giovedì 6 luglio, a causa dello sciopero dei mezzi pubblici indetto per “contrattaccare” la decisione del ministro Delrio di delegittimare quello che era stato programmato per il 26 giugno scorso, e al contempo contestare l’abrogazione del Regio Decreto 148/31, fondamentale, a dire degli scioperanti, per la tutela dei lavoratori autoferrotranvieri. Un blocco generale del trasporto cittadino che pugnala ancora una volta i residenti e, soprattutto, i pendolari, costretti a dover prendere la macchina per andare al lavoro, rimanendo di conseguenza imbottigliati nel traffico, o addirittura a sacrificare un giorno di ferie, non potendo muoversi da casa. Ciò ha scatenato una vera e propria rabbia popolare, soprattutto sui social network: basti pensare ai numerosi commenti presenti nella pagina Facebook ufficiale dell’Atac, nei quali i vari utenti additano i lavoratori dell’azienda romana di scioperare solo per difendere i loro supposti privilegi, in quanto dipendenti pubblici, e di contribuire allo sfacelo della città.
Non sorprende dunque se l’iniziativa “Mobilitiamo Roma”, ideata dai Radicali per proporre la messa a gara del servizio di trasporti dell’Urbe, stia avendo una fortissima risonanza. Durante questo fine settimana sono stati inoltre organizzati dai militanti i “Referendum Days”, con 150 punti di raccolta firme in tutta la Capitale e tanti volontari lì presenti, tra cui Emma Bonino. Un evento molto seguito dai media locali, soprattutto a seguito della notizia secondo la quale nel parco di viale Oceania, nei pressi del laghetto dell’Eur, l’attivista Edoardo Sansa avrebbe avuto un acceso diverbio domenica 9 luglio con un dipendente Atac.
Stando a quanto riferito da Sansa a RomaToday l’uomo gli avrebbe strappato di mano dei volantini a favore del referendum e li avrebbe buttati in un cestino, per poi spintonarlo. Sarebbe quindi iniziata una discussione dai toni incandescenti tra i due, nella quale l’aggressore avrebbe accusato i promotori di “Mobilitiamo Roma” di stare creando l’opportunità di eseguire licenziamenti di massa e tagli agli stipendi. La scena sarebbe stata filmata da un altro attivista con il suo cellulare.
Un clima, per fortuna, non da guerra civile, ma sicuramente caotico, come un quadro di Picasso, confermando quanto detto all’inizio dell’articolo.

Di Simone Pacifici

Simone Pacifici

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: