Tre gole, un quartiere: storia di Trigoria, parte I

H2O. Acqua. Alla fine, c’entra sempre lei. È stato quest’elemento, infatti, a modellare le colline dell’agro romano. È stata l’acqua ad ammorbidire quelle protuberanze nel terreno formatesi in millenni di eruzioni del vicino complesso dei vulcani laziali. Ed è stata sempre l’acqua a dare il nome a Trigoria

Il quartiere che oggi prende il nome di “Trigoria” – associato dai più alle attività che vi sono sorte, il Centro Sportivo della Roma e il Campus Bio Medico – si estende in effetti su di un’area collinare, per gran parte ancora non toccata dalle costruzioni, e lungo l’asse viario che porta questo nome.

Una via, quella di Trigoria, che ha un’origine antichissima, andando essa a ricalcare il percorso di una precedente via romana. Del resto, gli stessi discendenti di Enea, secondo il mito, avrebbero percorso questo territorio, abitato in precedenza dai Latini e dai biondi Rutuli, di origine Indoeuropea. E se poi si sarebbero stabiliti sui sette colli, a loro volta, i loro pronipoti sarebbero tornati ad insediarsi in questo territorio. 
Le loro ville rustiche, una volta caduto l’Impero sarebbero poi servite come vere e propria fondamenta per le numerose torri che sorsero in questo territorio. 

Oggi, forse, potrebbe sembrarci strano che tanti insediamenti siano nati in un’area così lontana da Roma, ma non bisogna dimenticare la pluricentenaria vocazione agricola di questa zona e la presenza di diverse strade che portavano al mare. Il motivo di tutto ciò? Ancora una volta, l’acqua. 

Una delle spiegazioni proposte per il toponimo “Trigoria” afferma infatti come tale denominazione sia in effetti dovuta alla presenza di tre fiumi – “tres gores” in latino – che lambivano il territorio. Se oggi tale aspetto è difficile da osservare, sulle mappe più antiche come quella di Eufrosino della Volpaia del 1547 si può invece osservare come l’insediamento che porta il nome di “Treoria” sia in effetti al centro di un “tridente” di affluenti che sfociano poi nell’odierno Fosso di Malafede. 

Fiumiciattoli che, essendo indispensabili alla coltura dei campi, portarono quindi al fiorire di comunità agricole in età romana. E, come già accennato, quando con il Medioevo queste furono abbandonate, le loro murature furono riutilizzate dalle torri che cominciarono a spuntare nella campagna romana in quelli stessi luoghi strategici che erano stati scelti dagli antichi abitanti di quelle terre. Sorsero così la Torre di Perna, Castel Romano, la Torre di Pinzarone e molte altre; ma di come esse prosperarono fino a dare il nome ai diversi quartieri, parleremo più approfonditamente tra sette giorni.

Di Gabriele Rizzi

Gabriele Rizzi

Classe 1996, maturità classica, Laureato in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali, giornalista pubblicista. Mi interesso soprattutto di storia antica e recente, con particolare riferimento a quella del quadrante Sud di Roma, spesso ignorato ma ricco di tesori e di storie nascoste.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: