Il mondo dell’automobile si sta finalmente volgendo al verde?

Che il mondo dell’automobile si stia sempre più muovendo verso le fonti di energia alternative ai motori a benzina è lampante: il premier inglese Boris Johnson ha annunciato durante la presentazione a Londra della conferenza sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite COP26, la quale verrà ospitata a novembre a Glasgow, Scozia, che dal 2035 sarà vietata in Gran Bretagna la vendita di veicoli a benzina, diesel e ibridi, anticipando dunque la precedente data stabilita del 2040, con l’intenzione di ridurre a zero le emissioni di CO2 entro il 2050, come a voler dettare la linea sulla lotta all’inquinamento che sta dilaniando il nostro pianeta. La conferenza si conferma quindi uno degli eventi chiave dell’anno 2020. L’obiettivo è ambizioso quanto difficile da raggiungere, visto che il 90% delle automobili del Regno Unito è ancora a benzina e diesel, ma sicuramente il futuro è orientato da tutt’altra parte.

I mezzi di locomozione elettrici, del resto, stanno acquistando sempre più importanza non solo nella vita di tutti i giorni, ma anche dal punto di vista dell’economia, in particolare in occasione di eventi sportivi come l’E-Prix di Roma, la corsa annuale di Formula E che si svolge nella Capitale: uno studio di Sgm Insight riportato dal Sole 24 Ore nell’ottobre dell’anno scorso ha registrato introiti da 62 milioni di euro, con 4,5 milioni spesi dai turisti, 27.000 partecipanti (32.000 se includiamo gli staff impegnati nell’evento), 280 nuovi posti di lavoro e 14.000 camere di hotel prenotate, con il 95% degli spettatori che ha dichiarato che sarebbe tornato ad assistere alla corsa, mentre il 93% avrebbe consigliato di venire a vederla ad amici e familiari. Numeri che sicuramente aiutano la città di Roma nel miglioramento della sua immagine internazionale, soprattutto al netto delle forti critiche avanzate all’amministrazione Raggi.

Il Campionato Mondiale di Formula E, inoltre, può fregiarsi della certificazione ISO 20121, unica competizione automobilistica a riceverla, che certifica al livello internazionale la sua sostenibilità.

I tempi sono quindi maturi per una svolta “verde” dei mezzi di trasporto? Ancora no, ma i progressi in tal senso si vedono, anche se bisogna sicuramente accelerare la velocità di passaggio ad energie più pulite. Il tempo, purtroppo, stringe.

Di Simone Pacifici

Simone Pacifici

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