“Varcare La Soglia” all’VIII Municipio

Nel territorio del Municipio VIII di Roma prende vita “Varcare La Soglia”, il programma nazionale di inclusione sociale e contrasto alla povertà, elaborato da Fondazione L’Albero della Vita. Si tratta di un progetto socio-educativo rivolto alle famiglie con minorenni del territorio che vivono una situazione di povertà o grave difficoltà economica con un approccio metodologico che prende in considerazione non solo i fattori di vulnerabilità del nucleo familiare stesso, ma anche le risorse a sua disposizione in un’ottica di sviluppo del suo potenziale. Il programma nazionale di inclusione sociale e contrasto alla povertà presente già in altre città d’ Italia arriva anche a Roma nel territorio del Municipio VIII, primo caso all’interno della città. Grazie all’avvio di questo progetto, 35 famiglie in carico ai servizi sociali e oltre 50 bambini/ragazzi, potranno beneficiare di questo programma, che in altre città italiane quali Milano, Palermo e Genova ha raggiunto già importanti traguardi dando un sostegno a 1058 beneficiari di cui 661 minorenni.

L’Assessore alle Politiche Sociali e alle Pari Opportunità dell’VIII Municipio, Antonio Pelagatti, intervistato dal nostro settimanale che ha chiarito che “si tratta di un progetto a costo zero per la collettività e che ad un territorio come quello dell’VIII Municipio potrà portare solo dei benefici. Infatti, ci attendiamo che questo progetto che temporaneamente avrà una durata di circa sei mesi, possa effettivamente avere delle prospettive più ampie da definire/ridefinire nel protocollo d’intesa con la Fondazione l’Albero della Vita, che in questo progetto avrà, tra le altre cose, l’onere di sostenere i costi”.

Un progetto ambizioso dunque che, come già detto è attivo in altre grandi città e che prevede “la rivisitazione di modelli tradizionali di elargizione di sostegni e sussidi alle famiglie meno fortunate, e che andrà a sostenere, mediante una Rete molto forte e strutturata formata da esperti assistenti sociali e volontari e operatori della Fondazione, l’inclusione sociale di quelle situazioni/famiglie/persone, a cui però in primis le Istituzioni devono credere e, restituire a loro volta dignità al cittadino in difficoltà” ha chiarito l’Assessore Pelagatti.

Il progetto si occuperà di sostenere materialmente le famiglie individuate e già assegnate ai servizi sociali, alle quali saranno garantiti sia beni alimentari sia, in caso di necessità, anche pannolini, prodotti igienici e materiale scolastico, per provvedere ai propri bisogni. Tuttavia, proprio partendo da un programma che sottende un modello implementativo diverso, le famiglie saranno sostenute anche dal punto di vista socio-educativo attraverso colloqui individuali e home visiting volti all’individuazione di un percorso di orientamento e tutoraggio da parte di figure educative professionali.
Questo percorso avrà lo scopo di supportarle nel processo di riacquisizione delle proprie competenze e del successivo empowerment, ossia la progressiva acquisizione della capacità di esercitare un controllo attivo sulla propria vita, e di conseguenza affrontare in modo più efficace il proprio stato di difficoltà.
Questo poi consentirà di reintegrare il disagio delle stesse famiglie e delle stesse persone che ne fanno parte, sia a livello di relazioni sia a livello di interazioni sociali sia a livello di orientamento e inserimento nel mondo del lavoro mediante, per l’appunto, lo sviluppo o la riattivazione delle capacità di employability dei beneficiari del progetto (la capacità di trovare e mantenere un lavoro).

Insomma un ottimo progetto che seppur in maniera sperimentale, potrà essere un buon modello di partenza per non elargire solo sussidi economici ma aiutare fattivamente chi ne ha bisogno consentendo loro di recuperare la propria dignità e di reintegrarsi in una società sempre più competitiva e con una forte tendenza all’esclusione sociale.

Di Donatella Carriera

Redazione

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