I fiumi dell’Eur, parte II

Il frinire delle cicale lo accompagnò per tutta la salita. Gli ci vollero venti minuti per arrivare in cima alla collina. Ma da lì, il sole ormai prossimo a scendere sotto l’orizzonte e le nuvole rosa completarono la già eccezionale vista sul circondario. Ai piedi della collina, oltre ad altre piccole alture, poteva vedere un altro rigagnolo, le cui acque dovevano congiungersi al Tevere, a giudicare dalla direzione nella quale scorrevano… Avevamo lasciato il nostro ipotetico viandante ai piedi della collina su cui si arrampica oggi la Laurentina dopo aver superato viale dell’Aeronautica, un tempo la valle in cui scorreva il fosso della Cecchignola. Arrivato sulla sommità dell’altura – oggi collocabile presso l’incrocio tra via Laurentina e viale dell’Umanesimo – l’ignaro cicerone avrebbe probabilmente potuto vedere un altro fiumiciattolo, nato sul versante opposto della medesima collina, all’altezza dell’odierna via Umberto Saba. Da qui, raccolte altre acque, questo ruscello seguiva infatti il tracciato di quella che è oggi viale dell’Oceano Atlantico, per arrivare, superato l’incrocio con la Colombo, a congiungersi nei pressi dell’ex Velodromo con il fosso della Cecchignola, a sua volta reduce da un “viaggio” attraverso la valle del laghetto dell’Eur. Ma come anticipato nella puntata precedente, queste non erano le uniche “marrane” che scorrevano nei territori dell’odierno Eur-Torrino. Dopo aver ricevuto le acque dell’affluente infatti, il Cecchignola si immetteva sull’unico rivo ancora esistente, il Vallerano, portando in dote, complessivamente, le acque di tre fiumi.
Il Vallerano oggi corre indisturbato attraverso la campagna romana; il suo in effetti è un lungo viaggio, che inizia sulle pendici dei Colli Albani e termina nel Tevere, poche centinaia di metri a sud della stazione metro Magliana. Un viaggio che lo arricchisce delle acque delle decine di rivoli che incontra nel percorso, ma anche di quelle di tre importanti fiumi, il Cecchignola, il Ciuccio e l’Acquacetosa, tutti situati nel territorio del Municipio IX. Un viaggio che lo porta, poco prima del suo incontro con il biondo Tevere, a passare sotto un ponte romano del II/III secolo a.C., conosciuto per lo più solamente dai ciclisti, in quanto situato lungo il percorso di una pista ciclabile, ma di incredibile fattura. Del resto, lo stesso Vallerano in epoca romana doveva passare attraverso i fondi di diversi patrizi situati nelle aree che oggi comprendono il Torrino e i quartieri limitrofi. Non sono una sorpresa, infatti, i continui ritrovamenti di mosaici, cisterne e ville romane in questo quadrante.
Oggi il Vallerano dà il nome ad un intero quartiere a ridosso del Torrino, e continua a scorrere sornione – e di dimensioni ridotte rispetto a quelle originarie – in questo angolo di Roma sud. Attraverso i secoli ha visto anch’esso viandanti di ogni epoca attraversale le sue acque. Gli stessi romani, esperti di opere idrauliche, avevano incanalato i rivoli della zona e avevano quindi avuto sicuramente a che fare anche con il Vallerano. Ma esso non è l’unico fiume ad aver fatto la storia di Roma; c’è stato un periodo storico, infatti, in cui di Roma non ce n’era una sola. C’è stato un momento storico in cui, forse, il nucleo della nostra città, avrebbe potuto essere sulle sponde del Vallerano. Appuntamento a dopo Natale con i fossi del Ciuccio e dell’Acquacetosa!

Gabriele Rizzi

Classe 1996, maturità classica, Laureato in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali, giornalista pubblicista. Mi interesso soprattutto di storia antica e recente, con particolare riferimento a quella del quadrante Sud di Roma, spesso ignorato ma ricco di tesori e di storie nascoste.

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