Da una sorgente, un quartiere: i quarant’anni di Fonte Meravigliosa

“C’era una volta un pozzo. Era un pozzo molto profondo, situato all’interno della proprietà dei nobili Torlonia. Erano in molti a recarvisi ogni giorno, pronti a tornare alle loro abitazioni carichi di secchi d’acqua attinti da quella fonte così preziosa …”. Potrebbe iniziare così una favola che racconti la storia del quartiere di Fonte Meravigliosa. “Potrebbe” perché, come spesso accade, questo racconto non è molto distante dalla realtà storica.

Correva l’anno 1978 e nel territorio della Cecchignola, a ridosso di un castello medievale fatto costruire dalla famiglia nobiliare dei Torlonia, in un’area non troppo distante dal quartiere Eur, cominciava la costruzione di un nuovo quartiere, destinato a ospitare circa diciassettemila abitanti. La progettazione architettonica venne affidata agli architetti Moneta e Monardo, che si sarebbero occupati di due aree distinte, Prato Smeraldo, affidata al primo, e Fonte Meravigliosa, seguita dal secondo. Ad assegnare loro tale incarico erano state due cooperative, “Solidarietà Sociale” e “Fonte Meravigliosa” – un nome che sarebbe poi rimasto ad indicare l’intera zona.
I nomi “Prato Smeraldo” e “Fonte Meravigliosa” non sono, infatti, casuali: la loro origine va ricercata in quella sorgente nei pressi della quale i Torlonia costruirono un castello, basandosi su precedenti rovine romane. Per capire l’importanza di questa fonte basti pensare che essa continua ad alimentare il Laghetto dell’Eur, essendo le sue acque incanalate in quello che è noto come “Acquedotto della Cecchignola”, realizzato tra il 1939 e il 1941; tuttora, passeggiando nel parco del Fosso della Cecchignola, si può sentire il fruscio dell’acqua corrente lungo il sentiero che va da via Luca Gaurico al castello della Cecchignola.
Fu quindi quella sorgente a rendere così rigogliosa l’area, posta su di un’altura alla cui base si stende la valle scavata dal Fosso della Cecchignola, un fiumiciattolo ormai interrato che ha però donato agli attuali residenti un’area verde in cui è possibile praticare una varietà di sport in totale tranquillità.
Del resto, lo stesso Gabriele D’Annunzio, ospite della tenuta dei Torlonia sul finire dell’Ottocento, descrisse la campagna circostante come “di un’immensa dolcezza” e fu proprio con lo scopo di preservarla che gli architetti decisero di dedicare al verde pubblico cinquantatré degli ottantaquattro ettari destinati alla realizzazione del quartiere.
Oggi Fonte Meravigliosa è un quartiere di ormai quarant’anni, che non ha però perso la sua predilezione per il “verde”, verso il quale i suoi abitanti sono particolarmente attenti. Sono loro ad occuparsi in prima persona di mantenere i parchi e i giardini in buone condizioni anche attraverso le diverse associazioni di quartiere. E mentre le foglie degli alberi di via Arcidiacono cominciano ad ingiallire, nello spegnere idealmente le candeline per i quattro decenni di quest’area non si può che augurare ancora – è proprio il caso di dirlo – un verde futuro a Fonte Meravigliosa.

Gabriele Rizzi

Classe 1996, maturità classica, Laureato in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali, giornalista pubblicista. Mi interesso soprattutto di storia antica e recente, con particolare riferimento a quella del quadrante Sud di Roma, spesso ignorato ma ricco di tesori e di storie nascoste.

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