“Non c’è futuro senza memoria”: Comunità di Sant’Egidio e Comunità Ebraica insieme per non dimenticare il 16 ottobre

“Non c’è futuro senza memoria”: Comunità di Sant’Egidio e Comunità Ebraica insieme per non dimenticare il 16 ottobre

Si marcia in silenzio tra le vie di Trastevere. Fiaccole tremolanti illuminano i cartelli neri: Birkenau, Bergen-Belsen, Ravensbrück, Risiera di San Sabba… Quelle erano le destinazioni. Non c’erano cartelli settantasei anni fa, ma tutti sapevano dove sarebbero finite le persone rastrellate: lì, nei campi di concentramento.

Gocce di memoria. La base musicale della canzone di Giorgia accompagna il corteo incipiente; non piove pesantemente come lo scorso anno, ma il grande striscione portato in alto è sempre lo stesso: “Non c’è futuro senza memoria”. Senza la memoria storica, senza la memoria di quegli avvenimenti, la storia si ripeterà. Anche quel giorno era sabato. Ed era buio allo stesso modo, quando cominciò il rastrellamento, di mattina presto. Era il 16 ottobre 1943.

Lo si dice spesso, la Storia tende a ripetersi, bisogna stare attenti a non commettere gli errori del passato. Ma ogni generazione è una generazione nuova e troppo spesso si considera immune e rifiuta – o accetta senza troppa attenzione – il vaccino che i testimoni degli orrori passati cercano di donarle. Il passato sembra sempre lontano e non ripetibile. Tuttavia – ammonisce il Presidente della Regione Lazio, Zingaretti – “siamo alle soglie degli anni ’20 del 2000” ed occorre fare in modo che essi non siano, come quelli del ‘900, “gli incubatori di quell’antisemitismo sfociato nella Shoah”. Perché segnali preoccupanti ce ne sono. E il pericolo che la Storia si possa ripetere non é poi, forse, una mera ipotesi. La marcia è, infatti, dedicata alle due vittime dell’attacco antisemita avvenuto proprio la scorsa settimana ad Halle, in Sassonia. Ma episodi simili o paragonabili sono ormai all’ordine del giorno, afferma dal palco il rabbino capo di Roma, Di Segni, che ne racconta qualcuno, a metà fra il riso e la serietà di chi sa che non bisogna sottovalutare anche quelle che sembrano battute innocue, “da bar”.

E’ pieno il Portico di Ottavia. Una grande folla silenziosa ascolta gli interventi delle autorità presenti: i già citati Nicola Zingaretti e Riccardo Di Segni, la sindaca Virginia Raggi, la Presidente della Comunità Ebraica Ruth Dureghello, il Presidente della Comunità di Sant’Egidio Marco Impagliazzo, il Presidente della Commissione Episcopale per l’Ecumenismo ed il dialogo religioso Ambrogio Spreafico ed il nuovo ambasciatore di Israele in Italia Dror Eydar.

Fu in questa piazza che iniziò il rastrellamento. Delle 1023 persone catturate ne tornarono 16; di qui l’importanza di ritornare nello stesso luogo, sulle stesse pietre, davanti agli stessi edifici, con un messaggio diverso. Con un messaggio non poteva che essere portato avanti dai bambini: “La pace è il futuro”. Il mondo sarà loro, di quei bambini che adesso ascoltano da sotto il palco, in prima fila. Bisogna quindi agire in modo che coloro che difendono gli ultimi e le vittime di ogni razzismo, “si sentano orgogliosi” – fa notare Nicola Zingaretti. Perché “nessuna comunità deve essere lasciata sola” come afferma Marco Impagliazzo. Allora si, la pace sarà il futuro. E la luce delle fiaccole prevarrà sul buio che le circonda.

Gabriele Rizzi

Classe 1996, maturità classica, Laureato in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali, giornalista pubblicista. Mi interesso soprattutto di storia antica e recente, con particolare riferimento a quella del quadrante Sud di Roma, spesso ignorato ma ricco di tesori e di storie nascoste.

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