L’inverno finisce per tutti. Non per gli studenti dei licei. La risposta del Liceo Scientifico ‘Giuseppe Peano’

Le prime giornate di tiepido calore sono arrivate, gli studenti delle scuole di Roma sono pronti a dire addio ai metodi di sopravvivenza al gelo, più o meno casalinghi, escogitati negli ultimi due mesi. Dopo l’impedimento che abbiamo avuto nell’intervistare presidi di alcune scuole della capitale, a causa delle titubanze di questi ultimi (forse per un lathe biosas interpretato come scudo dalla vergogna); dopo nuovi casi di evacuazione dovuti alla mancata risoluzione del dilemma dei riscaldamenti e di fatiscenza di strutture in generale, che hanno provocato una seconda ondata di proteste e rivolte scolastiche come sit-in, occupazioni e affini, non potevamo far altro che rivolgerci nuovamente ai primi coinvolti in questo declino: gli studenti. Sono stati i rappresentanti degli studenti del liceo Peano, famoso per il ‘controsoffitto fantasma’, a rilasciare un’intervista che potrebbe sintetizzare tutte le questioni che affliggono, nel complesso, tutte le culle di conoscenza del nostro territorio.
Aggirandosi nei locali della scuola non si può fare a meno di notare che vi è qualcosa di insolito, alzando lo sguardo enormi falle gravano sul soffitto: manca la sua copertura, che dovrebbe essere una componente fondamentale non solo per la messa in sicurezza dell’edificio, ma anche un modo per trattenere il calore negli ambienti del liceo. Calore che fa sentire la sua assenza. Di seguito, la loro risposta alle nostre domande.

Da dove nasce il problema del controsoffitto?
“Nel nostro liceo, più di due anni fa la caduta di un pannello del controsoffitto in un’aula ha provocato una situazione abbastanza complessa. Furono rimossi i pannelli In tutte le aule dell’istituto e, dopo un mese di chiusura a causa dei lavori, un buon numero di classi è stato costretto, per motivi di sicurezza, a fare lezione nel liceo Cattaneo, a pochi metri di distanza dal Peano, per tutta la durata della stagione invernale fino alla fine di quella estiva.”

Quali sono le conseguenze di questo incidente?
“La mancanza dei controsoffitti, una volta giunto l’inverno dello stesso anno, ha fatto da subito notare delle differenze sostanziali, come le temperature bassissime nella stagione fredda anche con i termosifoni accesi, a causa della dispersione termica, e poi il caldo afoso ed insopportabile d’estate.”

Ci sono stati provvedimenti da parte vostra?
“L’anno seguente, la situazione fu ancora più evidente e non esitammo a farci sentire con sit-in, proteste di vario genere e delegazioni fatte di studenti e docenti che si mossero verso la provincia.

Siete riusciti ad ottenere risultati o avete continuato a studiare in un ambiente climaticamente ostile?
“Nonostante le nostre ripetute segnalazioni la situazione non è cambiata per niente e, anzi, quest’anno l’inverno è stato ancora più rigido ed il freddo è letteralmente entrato nelle nostre classi rendendo impossibile lo svolgimento delle lezioni. Nelle palestre, la temperatura misurata di prima mattina, essendovi la maggior parte dei termosifoni rotti, risultava essere di 2° gradi o poco di più, e soltanto di pomeriggio arrivava ad essere di massimo 8° gradi (ben al di sotto della media dei 18° gradi minimi necessari allo svolgimento delle lezioni).”

L’operazione ‘Scuole Calde’ della Raggi ha preso piede nel vostro istituto?
“Con l’annuncio fatto dalla sindaca Virginia Raggi, che rivelò il piano ‘Scuole Calde’ si sperava in una serie di interventi mirati e diretti al fine di permetterci di fare lezione in condizioni accettabili. Il fattore, non preso in considerazione dalla prima cittadina romana, è che questo piano non riguardava tutte le scuole del territorio di Roma, ma soltanto quelle di competenza del comune e non quelle di competenza della ‘Città Metropolitana’ le quali si sono trovate impreparate. Come conseguenza, ci ritrovammo nuovamente al gelo senza che nulla fosse cambiato ed appunto per questo abbiamo portato avanti quattro giorni di protesta con la quale si bloccarono le lezioni, avendo ritenuto inconcepibile una tale svista da parte di una così alta figura istituzionale. Proprio per questo è evidente come l’operazione della sindaca sia fallita miseramente se non per nulla avvenuta, avendo costretto noi studenti a sopportare questa complessa situazione. Ora che l’inverno sta praticamente finendo, e che le temperature si sono palesemente alzate, le condizioni sono leggermente migliorate ma di questo, ovviamente, non dobbiamo ringraziare nessuno se non ‘Madre Natura’.”

Aspettando di poter vedere con i nostri occhi dei miglioramenti, sperando che questi studenti, come tutti gli altri della capitale, possano vivere in ambienti più umani, i ragazzi ci salutano così:
“Vorremo soltanto, come rappresentanti e come studenti del Peano, che ogni anno non si ripeta la stessa situazione e che la si faccia finita di far finta di non sentire la nostra voce, quando sono ormai anni che protestiamo per poterci sentire a nostro agio in un luogo che è praticamente la nostra seconda casa. Sarebbe opportuno che chi di dovere la smettesse di pensare alle faccende interne del M5S, ed iniziasse a far luce su alcune problematiche che affliggono il mondo studentesco e che da anni non vengono risolte.”

Di Gabriele Pattumelli e i rappresentanti degli studenti del Liceo Scientifico Statale “Giuseppe Peano” di Roma

Redazione

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