Chiude il secondo Cara più grande d’Italia a Castelnuovo di Porto

È ormai imminente la chiusura della struttura del Cara, centro di accoglienza per i richiedenti asilo, e il paese alle porte di Roma Nord sta vivendo ore affannate: 305 migranti verranno spostati in altre regioni, altri 145 vivono un destino incerto, con la strada come prospettiva più probabile; 110 lavoratori, quasi tutti del posto, finiranno per strada. La preoccupazione di queste persone aumenta con il passare delle ore.
Senza preavviso, oggi sono iniziati i trasferimenti dei migranti. Sono stati caricati su pullman e secondo quanto si apprende sono destinati in Basilicata e Campania. Da domani verranno spostati in Lombardia, Abruzzo, Emilia-Romagna, fino al 26 gennaio, data in cui le persone rimaste, che hanno ottenuto già una protezione umanitaria, dovrebbero andare in una struttura per la seconda accoglienza, i cosiddetti Sprar. Attualmente, con il decreto sicurezza del governo queste strutture saranno chiuse, quindi sorge l’incognita su dove andare per queste persone.
“Si tratta di titolari di protezione umanitaria, ormai senza più diritto all’integrazione prevista dalla seconda accoglienza con l’entrata in vigore del decreto sicurezza”, afferma il sindaco di Castelnuovo di Porto e continua “non si può disperdere così un’esperienza positiva di integrazione”.

Francesco Maiolo

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