Fermeremo mai il bullismo e il cyberbullismo?

Il bullismo, a memoria che si ricordi, è sempre stato un argomento al centro della nostra società e dei dibattiti televisivi nei quali si è sempre parlato delle sue vittime. Oltre al bullismo, però, esiste anche il cyberbullismo ed è proprio questa sorta di “duplicato” che fa sorgere una domanda che è stata posta ad alcune persone al fine di conoscere le loro opinioni. È più difficile controllare e ridimensionare il bullismo oppure il cyberbullismo?
Secondo quasi tutti gli intervistati, il bullismo non è, ovviamente, facile da gestire ma in un modo o nell’altro, comunque, lo è molto più del cyberbullismo.
Il bullismo riguarda principalmente i danni fisici che le vittime ricevono dai loro aggressori e che molte volte, prevede l’intervento delle forze dell’ordine: più delle volte, infatti, i bulli, vengono presi e rieducati per far sì che i più deboli non subiscano ulteriori violenze.
Il cyberbullismo di simile al bullismo ha solo la seconda parte del nome, perché le cattiverie che vengono subite sono inflitte in modo differente. Qui entra in gioco non solo la debolezza fisica ma anche quella psicologica delle persone che subiscono danni non fisici ma morali, da una parte all’altra di uno schermo, attraverso il web.
Nell’ultimo anno, le vittime di bullismo sono aumentate e non di poco.
Skuola.net, in un’indagine effettuata, ha analizzato un campione di studenti di varie fasce di età. Secondo i dati raccolti, è risultato che è soprattutto la fascia di età compresa tra i 14 ed i 18 anni ad essere maggiorente colpita dal fenomeno del bullismo, facendo salire dal 20% al 28% le vittime di bullismo nel territorio italiano. Sempre dalla stessa indagine, poi, si rileva che per quanto riguarda il cyberbullismo, le vittime sono salite dal 6,5% all’8,5% con un ulteriore dato allarmante: l’80% di queste ultime è bersaglio di violenze non solo sul web ma anche nella vita reale.
Chi è colpito dal bullismo commette atti autolesionistici indescrivibili, come per esempio ferirsi fisicamente e volontariamente, per colmare con altro dolore le cattiverie ricevute, oppure non mangia più per evitare insulti riguardanti il fisico. Tra i più terribili intenti c’è la voglia di farla finita. Il modo per far sì che le violenze non vengano più subite, pur dando ai cattivi la soddisfazione di aver vinto, è il suicidio.
Allora ci si chiede, e, la domanda non è più esclusivamente curiosità ma quasi un invito: FERMEREMO MAI IL BULLISMO?!

Di Riccardo Lanna, studente dell’Istituto di Istruzione Superiore “Carlo Urbani” sede di Acilia

Redazione

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