“C’è bisogno di pace!” – Le religioni mondiali si incontrano in Campidoglio

“C’è bisogno di pace!” – Le religioni mondiali si incontrano in Campidoglio

Il Campidoglio ha ospitato la Preghiera per la Pace, incontro di dialogo interreligioso promosso dalla Comunità di Sant’Egidio ; all’evento ha fatto seguito la consegna di un Appello di Pace alle autorità e ai rappresentanti diplomatici presenti.

Rosso di sera, bel tempo si spera. Viene in mente questo vecchio proverbio mentre la Piazza del Campidoglio ascolta in silenzio l’Appello di Pace. L’annuale incontro di dialogo interreligioso ha, infatti, scelto questa piazza perché proprio qui “poco dopo il più grande conflitto bellico che la storia ricordi, le Nazioni che si erano combattute strinsero un Patto” che sarebbe stato alla base dell’“Europa unita”. Prima dell’Appello, documento finale dell’incontro, sei leader religiosi si sono alternati sul palco chiedendo unità fra le religioni e “più pace”, nelle parole di Papa Francesco. Il titolo dell’incontro – No one is saved alone – Peace and Fraternity – prende spunto, in effetti, proprio dalle parole che il Pontefice pronunciò nel pieno del lockdown, in una Piazza San Pietro vuota: “nessuno si salva da solo”. Oggi la piazza dell’incontro è semipiena, nel rispetto delle norme vigenti, e tanti seguono a distanza: viene da riflettere, tuttavia, su questo mondo “pieno di connessioni” – come recita il testo finale – che spesso però “smarrisce il senso della fraternità”. Per questo è necessario il dialogo, paragonato ad un “cammino” dal monaco buddhista Shoten Minegishi, un percorso che “ci fa fare un passo verso il cuore degli altri”. Il dialogo è poi anche un “antidoto” nel discorso del Grande Imam Ahmad al-Tayyeb, la vera cura per quell’epidemia “intellettuale e morale” che ha come vere vittime gli ultimi della terra, “sfollati, rifugiati e senza tetto”. Non possiamo quindi cadere nell’indifferenza, perché è questa – e non l’odio – il vero contrario dell’amore, come ricorda il Rabbino Capo di Francia, Haim Korsia. Viviamo tutti, infatti, in “unica casa comune” – εν τῷ οίκῳ, pronuncia in greco Bartolomeo I, Patriarca Ecumenico di Costantinopoli – e dobbiamo prendercene cura, non perché l’ecologia è il “tema del momento”, ma perché parlarne è come “la stessa aria che respiriamo”, necessaria, e perché la Terra non è altro che una “casa degli specchi”, in cui ognuno vede riflesso un altro sé stesso. “Nessuno si salva da solo” ripete quindi Andrea Riccardi, e questo vale “per l’Europa, per ogni continente e per i singoli cittadini” afferma lo storico, fondatore della Comunità di Sant’Egidio. Ma vale anche per le istituzioni e per i “responsabili degli Stati”, sentiamo dall’appello. Quella stessa Roma che diede l’unità all’Europa deve quindi sentirsi “orgogliosa” di essere un “crocevia di dialogo e pace”, dichiara il Capo dello Stato Mattarella. E mentre, allora, i muri del Campidoglio si colorano di sfumature rosate, possiamo davvero sperare per il mondo un bel tempo di pace.

Gabriele Rizzi

Classe 1996, maturità classica, Laureato in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali, giornalista pubblicista. Mi interesso soprattutto di storia antica e recente, con particolare riferimento a quella del quadrante Sud di Roma, spesso ignorato ma ricco di tesori e di storie nascoste.

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