Aiutateci ad aiutare

Essere o non essere?
Si è vero, si tratta della notissima frase pronunciata dal principe Amleto all’inizio del soliloquio che apre la prima scena del terzo atto della tragedia di William Shakespeare.
È proprio da questa frase che è possibile prendere spunto per parlare di volontariato, quello vero, quello fatto da uomini e donne che impiegano le proprie forze, le proprie risorse, in nome di qualcosa di intangibile, di assolutamente impensabile in un mondo fatto di apparenze, frenesia e valori praticamente pari allo zero. Per l’appunto, essere e non apparire. Francesco Lolli, giovane presidente dell’AVPE (Associazione Volontari Prevenzione ed Emergenza) volontariato afferente alla Protezione Civile, un ragazzone alto, forte, coraggioso, proveniente dal Corpo dei Vigili del Fuoco, ci racconta della missione dell’associazione che insieme ad altri tre colleghi ha fondato lo scorso anno e le attività che svolgono sul territorio. 

D. Come nasce la passione per il volontariato?
R. Nasce in giovanissima età.
Ero un bambino affascinato dalle attività di soccorso svolte dai vari Enti e che con il passare del tempo, questa fascinazione si è concretizzata all’età di 14 anni con l’iscrizione ad un gruppo di Protezione Civile Comunale, un po’ per gioco, un po’ per curiosità ma di fatto è stato, quello, un momento che ha segnato la mia strada poiché con il tempo e la maggiore età sono riuscito, a fare interventi antincendio nella stagione estiva e interventi per gli allagamenti nella stagione autunnale e invernale.

D. In tutti questi anni, c’è stato un intervento a cui lei ha partecipato che l’ha segnata profondamente?
R. Di interventi, come potrà immaginare, ce ne sono stati tanti tra i quali anche l’ultimo terremoto dell’estate scorsa, quello di Amatrice.
Ma quello che maggiormente mi ha segnato è stato il terremoto del Molise e più precisamente di San Giuliano di Puglia, avvenuto nel 2002 quando avevo appena 17 anni. Ecco, questa per me è stata un’esperienza incredibilmente formativa. Infatti, è stato in quel preciso momento che ho compreso che il volontariato era parte integrante della mia esistenza. Ricordo che passavo giornate intere a contatto con le persone che erano assolutamente bisognose di qualsiasi forma di aiuto. Anche e solo di un sorriso, di un abbraccio, di un saluto. Tutto manca in quei terribili momenti.

D. Come nasce l’idea di fondare un’associazione di volontariato, per l’appunto la AVPE?
R. Il terremoto dell’Italia centrale dello scorso agosto 2016 ci ha fatto sentire assolutamente piccoli, inadeguati, spaventati, nei confronti dell’energia sprigionata dalla terra. Siamo tutti su un territorio altamente sismico e dunque incline a tragedie di questo genere. Io e i miei colleghi eravamo la a portare anche noi il nostro contributo fattivo, operativo. E ancora una volta, immersi in quella nuova e immane tragedia, ci si rendeva conto di una condizione ancora molto precaria nelle situazioni ad altissima precarietà come il terremoto. Mancava tutto ma soprattutto mancavano i collegamenti di telecomunicazioni fondamentali sia tra operatori/soccorritori sia tra soccorritori e persone coinvolte dal sisma. Così, insieme a tre miei amici anch’essi provenienti da volontariato di Protezione Civile, Croce Rossa e Vigili del Fuoco, abbiamo deciso di fondare un nuovo soggetto l’AVPE che per l’appunto continuerà ad apportare soccorso nei luoghi di disastri.

D. Qual è lo scopo dell’AVPE?
R. Sicuramente quello di poter garantire in futuro un servizio gratuito rivolto alla popolazione, collaborando quando necessario con tutti gli Organi preposti al soccorso e svolgendo tutte quelle attività di previsione, prevenzione e soccorso che rientrano nel servizio di Protezione Civile.

D. So che però state portando avanti un progetto molto interessante che se riuscirete a concretizzarlo colmerete quel gap di collegamenti nei luoghi del disastro. Di che si tratta, ce lo può spiegare?
R. Alle nostre attività che ho appena enunciato, abbiamo associato un progetto di telecomunicazioni per il quale abbiamo attivato una ricerca di fondi che ci consentiranno di acquistare le attrezzature quali ponti radio da istallare sulla vettura di servizio e in loco e, radio trasmittenti, oltre ad ulteriori attrezzature che ci consentiranno di realizzare questo progetto.

D. Ponti radio e attrezzature per radiocomunicazione, perché questo progetto?
R. Come le dicevo prima, in scenari emergenziali e di grandi eventi, come ad esempio nelle zone colpite da sisma, è necessaria in primis una forte comunicazione tra tutti i soccorritori, questo perché in questi casi cioè in queste zone, la prima cosa che salta è la comunicazione e dunque, con lo sviluppo e l’implementazione del nostro progetto potremmo essere in grado di ripristinare tutti i collegamenti di tele/radiocomunicazione sia verso i soccorritori, per una corretta comunicazione tra sala operativa e quella dei vari corpi intervenuti sul luogo; sia verso coloro che sono rimasti, loro malgrado, colpiti dalla tragedia. Immagini ad esempio nel caso di piccole frazioni isolate per giorni e giorni, dove magari all’interno di sono bambini e anziani.

D. Come intendete realizzare questo progetto, che poi in realtà tradotto si concretizza in una maggiore e migliore sicurezza per la popolazione e per i soccorritori?
R. Abbiamo avviato una campagna di ricerca fondi a cui tutti possono contribuire anche versando un piccolo contributo. Collegandosi al nostro sito internet www.avpeprotezionecivile.it è possibile effettuare una donazione. Insomma Aiutateci per Aiutare!

D. In conclusione, presidente, oltre ad auguravi di poter concretizzare il vostro progetto, può dirci di che cosa si alimenta questa passione da volontario?
R. Sicuramente dall’amore per il prossimo e della gratificazione personale di aver fatto qualcosa per gli altri, magari tante volte non riconosciuta dal destinatario finale, ma che fa comunque bene al cuore del volontario.

Di Donatella Carriera

Redazione

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