Delusione Atac sui filobus, e ora i Radicali invocano la liberalizzazione dell’azienda

I nuovi filobus che, secondo la sindaca Raggi, avrebbero dovuto garantire un trasporto più pulito ed efficiente nella città di Roma si sono rivelati un flop spaventoso: addirittura nella loro prima giornata di servizio hanno presentato numerosi guasti e anomalie. La linea elettrica, inoltre, risulta incompleta, partendo solo da Porta Pia, per cui i filobus, che partono e rientrano a Tor Pagnotta, devono circolare a carburante come i normali autobus, aumentando notevolmente i costi di manutenzione e i consumi. Secondo Repubblica soltanto nel primo giorno di funzionamento quattro dei quindici mezzi sono stati costretti a tornare al deposito per problemi. I bus stessi sono stati giudicati non sicuri dalla Filt Cgil, che segnala perfino la presenza di specchietti retrovisori e carrelli per disabili inadeguati al servizio. Un bilancio, quindi, assolutamente impietoso. Tutto questo nonostante le continue segnalazioni da parte dei dipendenti e tecnici Atac.
Il fatto contribuisce solo ad alimentare le polemiche contro la giunta Raggi, in particolare da parte dei Radicali Italiani, i quali poco tempo fa hanno cominciato a raccogliere firme per un referendum di liberalizzazione del Tpl, richiedendo una gara, divisa in più lotti, in cui aziende di ogni genere, siano esse pubbliche o private, possano partecipare nel pieno rispetto delle regole.
Tuttavia, spiegano i Radicali sul loro sito web, il referendum non comprende Ferrovie dello Stato, e quindi l’intera operazione, denominata “Mobilitiamo Roma”, sarebbe limitata alla sola Atac, e quindi per i mezzi di superficie e di metropolitana cittadini.
In tutto questo il fallimento già in partenza del progetto filobus potrà soltanto gettare ancor più benzina sul fuoco, e legittimare agli occhi dell’opinione pubblica la richiesta dei Radicali, giusta o sbagliata che sia.

Di Simone Pacifici