Piacersi… parola d’ordine!

Sono contrastanti i pareri riguardo la medicina estetica: la maggior parte delle persone crede che sia una disciplina oscura dove, in base a chi ti affidi, accadono fenomeni miracolosi o tragedie irrecuperabili. Accade ogni giorno di camminare per strada e vedere persone deturpate dalla mano di qualche incosciente che crea delle caricature, delle maschere tutte uguali. Si incontrano ottantenni col viso così tirato da non poter aprire gli occhi.
La verità è che la medicina estetica è intorno a noi: la vicina di casa che è andata al matrimonio del figlio, il collega di lavoro “particolarmente riposato”, gli attori evergreen belli come un tempo.
È chiaro che sta prendendo piede non solo tra le star ma anche tra la gente comune, la progressiva esigenza di stare e mostrarsi al meglio.
Eppure l’ignoranza che ruota intorno al mondo di questa branca di medicina, che molti interpretano solo come “estetica” tralasciando tutta la parte scientifica della specialità, crea disinformazione e speculazione che vede i pazienti come principali vittime.
La medicina estetica è ben più articolata e sofisticata di quanto si possa immaginare. È un equilibrio tra medicina interna, igiene, psicologia, nutrizione e cosmetologia. È prendersi carico del benessere psicofisico della persona, è saper consigliare e saper dire “NO” al momento giusto.
In una società come la nostra, basata ancora e purtroppo sull’immagine e sull’apparenza, i pericoli delle mode nemiche della salute sono all’ordine del giorno. Il risultato sono le ragazzine “rifatte” e anoressiche che girano per strada, le vecchiette “tirate” che rasentano il ridicolo, i pentiti della chirurgia estetica che urlano in TV e pretendono risarcimenti.
È di questi giorni l’ennesimo scandalo dell’ennesima clinica abusiva scoperta e chiusa ad Olbia in Sardegna: in un albergo adiacente venivano ricoverati i pazienti. I carabinieri del Nas di Sassari e la Guardia di Finanza di Olbia, dopo la prima denuncia, sono intervenuti immediatamente ed hanno eseguito il decreto di sequestro preventivo.
Si deve arrivare a questo? Eppure l’informazione mediatica è costante. Evidentemente, molto di più può la smania di perfezione, la chimera dell’eterna giovinezza a tutti i costi, la necessità di adeguarsi ed omologarsi ai canoni dell’image society. Piacere per piacersi, è la triste costatazione della nostra perdita di identità.

Di Carlotta Federici, studentessa dell’Istituto “Calo Urbani”, sede di Acilia

Redazione

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